Viggiano
Città di Maria, dell'arpa e della musica, Viggiano è un bel paese che domina la verde Valle dell'Agri e rientra nel Parco Nazionale dell'Appennino Lucano Val D'Agri Lagonegrese.
Il suo centro storico per i vicoli lungo i quali si incrociano caratteristici portali decorati da bassorilievi raffiguranti violini o arpe, mentre sul punto più alto del paese si erge il suggestivo santuario della Madonna Nera di Viggiano, Patrona della Basilicata, ogni anno meta di pellegrinaggio da parte di fedeli provenienti da ogni parte della regione e da quelle limitrofe.
Ma il territorio è molto frequentato anche in inverno, quando intense nevicate imbiancano la Montagna Grande di Viggiano (1410 metri), dove si trova una delle stazioni sciistiche più frequentate della regione.
La storia
La comunità di Viggiano in origine sorgeva a valle, non molto distante dalla colonia romana di Grumentum, con il conseguente abbandono del sito in seguito alla distruzione dello stesso castrum romanum.
La presenza di monaci italo-greci e basiliani, sfuggiti alla furia distruttrice dei saraceni, favorisce la rinascita di oratori e chiese, la fondazione di monasteri e il risanamento di terreni prima inaccessibili, rappresentando un punto di riferimento per le popolazioni locali.
A Viggiano si alternano diverse popolazioni, in particolare con il dominio dei normanni le torri fortificate costruite sul punto più alto dell'abitato dai goti e longobardi, vengono strutturate in un complesso unico identificabile nel castello.
Viggiano subisce anche la presenza degli angioini e degli aragonesi sotto cui conosce momenti di prosperità affermandosi come uno dei centri più popolosi della Val d'Agri. In seguito all'Unità d'Italia, anche Viggiano conosce l'esplosione del brigantaggio postunitario, con la banda del brigante viggianese Giuseppe Miglionico detto Scopettiello.
Il patrimonio culturale
Viggiano è un luogo mistico e noto innanzitutto per essere il paese della Patrona e Regina della Basilicata, la Madonna Nera, ogni anno protagonista di un pellegrinaggio molto sentito, ma anche altri aspetti valgono la ragione di visitarlo.
Lungo il centro storico, i portali decorati da bassorilievi raffiguranti violini e arpe rimandano ai secoli XVII e XVIII secolo, quando il paese era tra i più in vista in Basilicata per l'artigianato del legno, in particolare per la costruzione di arpe e di altri strumenti musicali.
Quell'arte è diffusa ancora oggi grazie alla maestria e dedizione di artigiani locali che producono i preziosi strumenti musicali, anche perché in paese la passione per l'arpa ha portato all'istituzione della scuola di Arpa Viggianese. Sul punto più alto di Viggiano è possibile ammirare anche i resti del castello feudale costruito prima del 1239, ma rimaneggiato in epoca angioina.
Quel che resta sono solo alcuni tratti delle mura e parti significative delle torri angolari. A Viggiano sono presenti diversi e originali luoghi di cultura come il Museo delle Tradizioni locali e il Museo del Lupo, entrambi raccontano uno spaccato della cultura, delle tradizioni e della natura del posto.
IL MUSEO DELLE TRADIZIONI LOCALI DI VIGGIANO
Non un comune museo, ma uno spazio che guarda al passato avvalendosi delle innovative tecnologie del presente.
Al piano terra del quattrocentesco convento di Santa Maria del Gesù, il MuVIG apre le sue porte a curiosi, nostalgici o amanti della cultura popolare. Oltre alla classica visita guidata, le sette sale espositive (bottega del falegname; bottega del calzolaio; bottega del fabbro; camera da letto; cucina; deposito degli attrezzi agricoli; locale per la caseificazione) si prestano alla cosiddetta "realtà aumentata".
Basta inquadrare con uno smartphone o un tablet uno dei tanti segnali grafici sparsi in ogni sala e, improvvisamente, video o immagini forniranno maggiori informazioni in merito all'utilizzo o al significato degli oltre trecento oggetti esposti.
IL MUSEO DEL LUPO DI VIGGIANO
È il primo museo dedicato a questo mammifero in Basilicata, ma è soprattutto un originale allestimento adatto alle scolaresche per consentire ai più piccoli di scoprire tutto quello che si deve sapere sul lupo!
La sola posizione fa del Museo del Lupo di Viggiano un luogo di straordinaria suggestione, immerso com'è in una splendida faggeta, d'inverno resa ancor più affascinante dalla neve.
All'interno il visitatore è guidato alla scoperta di magnifici esemplari imbalsamati di Lupo e di altre specie animali come l'Aquila reale, il Tasso e altri Mustelidi, per poi partire alla volta di entusiasmanti escursioni.
I sapori
Specialità appetitose sfilano sulla tavola viggianese, tutte della tradizione locale, come in gran parte della cucina lucana.
Tra i primi piatti non si può rinunciare ai "cazun", ravioli di ricotta conditi con il sugo di pomodoro, o i "Ferricelli o trighidd'", conditi con mollica di pane e noci o con sughi di carne insaporiti da ottimo formaggio pecorino, peperoncino o rafano.
Buona anche la selezione di formaggi secchi o stagionati e quella di salumi locali. Molto diffuse sono anche le "Zepp'l", crespelle condite con miele o i panzerotti di castagne. Non si può rinunciare ad impreziosire i banchetti con nettare lucano, meglio se vino DOC "Terre Alta Val d'Agri".
Natura e Parchi
Viggiano si raggiunge attraversando radure e affascinanti punti panoramici caratteristici della Val D'Agri, l'area in cui sorge, nel cuore del Parco Nazionale dell'Appennino Lucano Val D'Agri Lagonegrese, il più giovani dei parchi nazionali.
Questo spazio del territorio lucano è uno dei più belli e si presenta come uno splendido affresco in cui spiccano colori intensi in cui ricadono borghi ricchi di storia e cultura, valori sacri e natura.
Un territorio cangiante quello della Valle dell'Agri, dove ad imponenti montagne, scendendo verso valle, cedono il passo dolci colline, a loro volta alternate a fertili pianure, campi e boschi dalle tonalità intense, habitat ideale di numerose specie animali e vegetali. In questa cornice Viggiano è adagiato lungo i fianchi scoscesi di due speroni rocciosi, circondato da verde e spazi incontaminati dove diverse sgorgano sorgenti.
A pochi chilometri dal paese si può raggiungere l'area archeologica di Grumentum e il museo della Val D'Agri, nei pressi dell'altrettanto importante e affascinante Lago del Pertusillo, un immenso invaso artificiale a sbarramento del fiume Agri. Non molto distante da Viggiano si può raggiungere, inoltre, la Riserva Regionale dell'Abetina di Laurenzana, tra boschi di magnifici esemplari di abete bianco e diverse specie animali.
Il patrimonio religioso
Viggiano è la città di Maria, per il culto in onore della Madonna Nera, proclamata Patrona e Regina della Basilicata da Papa Giovanni Paolo II, la cui statua è custodita tutto all'interno della chiesa madre, mentre da maggio a settembre essa dimora nello splendido santuario del Sacro Monte.
Dalla chiesa madre di Santa Maria alle Mura, detta anche antica chiesa del Deposito, cui si accede attraverso una doppia rampa di scale, a maggio parte il pellegrinaggio che ogni anno raduna un gran numero di fedeli da ogni parte della regione alla volta del santuario sul Sacro Monte di Viggiano, meta, per tutta l'estate, della statua bronzea della Madonna Nera.
Un momento di culto mistico e intenso per i viggianesi e i lucani che venerano con estrema devozione la loro santa Patrona e Protettrice. Nella periferia del paese si erge il quattrocentesco Convento Francescano, che nella parte sottostante ospita un Museo delle Tradizioni Popolari. Nella chiesa conventuale è conservato un pregevole coro ligneo settecentesco.
L'ultima tappa di un percorso nei luoghi spirituali di Viggiano può essere concluso nella cinquecentesca chiesa di San Benedetto, lungo la strada ai piedi del castello, con facciata semplice e un portale in legno, timpano triangolare e una coppia di finestre simmetriche e circolari.
LA CHIESA MADRE DI SANTA MARIA ALLE MURA
Vi si accede attraverso una doppia rampa di scale e una volta all'interno si percepisce il ruolo spirituale che per l'intera comunità viggianese e lucana ha la Madonna Nera.
Basilica Pontificia dal 1956, la chiesa è stata distrutta dal terremoto del 1673 e ricostruita in stile tardo barocco, assumendo l'attuale aspetto, nel 1735. La semplicità della sua facciata enfatizza la bellezza e la sontuosità dell'interno, cui si accede attraverso un prezioso portale con fregi.
Il portone in bronzo e oro zecchino è stato realizzato di recente dallo scultore lucano Mario Santoro e "racconta" al visitatore gli episodi salienti della storia della chiesa, fino all'incoronazione ad opera di Giovanni Paolo II nell'aprile del 1991. Proprio sulla parete dell'abside, nella nicchia centrale, domina il trono ligneo in oro zecchino che conserva la duecentesca statua della Vergine del Sacro Monte.
Non sfugge allo sguardo lo splendido soffitto a cassettoni intarsiato di oro zecchino e stucchi risalente al 1854, mentre ai lati dell'ingresso si distinguono due bassorilievi cinquecenteschi in marmo attribuiti a Iacopo della Pila, raffiguranti la Madonna con Bambino e San Giovanni evangelista e numerosi quadri di pittori lucani del Settecento.
Sulle pareti laterali poggiano due sontuosi altari in stile barocco, l'uno dedicato al Sacro Cuore, l'altro alle Sacre Reliquie.
IL SANTUARIO DEL SACRO MONTE DI VIGGIANO
Dei dodici chilometri che separano il tempio sacro dal paese, due possono essere percorsi unicamente a piedi, e proprio in questo principio profondo è radicata la devozione verso la Madonna Nera di Viggiano.
Proclamata Regina e Patrona della Basilicata da Papa Giovanni Paolo II, la Madonna Nera di Viggiano è protagonista indiscussa del culto più sentito e importante in terra lucana, rappresentato da una suggestiva processione che si ripete in suo onore in due distinti momenti dell'anno.
Al ritmo di preghiere e canti popolari, la prima domenica di maggio, la Vergine Maria è condotta a spalla dai fedeli che, dalla chiesa madre, portano la statua fino al santuario del Sacro Monte di Viggiano, percorrendo un sentiero selciato piuttosto ripido. Un viaggio a ritroso si ripete la prima domenica di settembre, quando la regale statua della Madonna Nera fa ritorno nel centro abitato.
Secondo un'antica leggenda il santuario sorge nel XIV secolo proprio nel luogo in cui è stata rinvenuta la statua della Madonna Nera, presumibilmente venerata sin dal principio del Cristianesimo nell'antica città di Grumentum finché non viene distrutta dai Saraceni, ragione per cui il simulacro sarebbe stato nascosto in una buca, ancora oggi visibile alle spalle dell'altare maggiore. Il Santuario è aperto tutti i giorni dall'alba al tramonto.