Moena

07.10.2020

La porta della Val di Fassa, confinante con la splendida Valle di Fiemme. E' lei la fata delle Dolomiti, la splendida Moena.

Magica e da visitare tutto l'anno, questo autentico borgo dolomitico è tra i più rinomati e acclamati dell'intero arco alpino, tant'è che spesso viene accostata a Cortina e Canazei per pregio e opportunità.

Una destinazione cult che seduce per i suoi panorami, per le sue strutture e, ovviamente, per le tantissime opportunità di vacanza. Scopriamo Moena in ogni suo segreto!

Andateci se vi piace: cucina locale, escursioni in montagna, stazioni sciistiche.
Per quanto tempo: una settimana.
Il periodo migliore: estate e inverno.

Dove si trova

Situata a quasi 1.200 metri sul livello del mare, Moena si trova in una conca alluvionale della Val di Fassa, tra i gruppi dolomitici del Catinaccio, del Latemar e dei Monzoni.

Oltre ai diversi rioni in cui è suddiviso il comune principale, non mancano le frazioni, sparse lungo il bacino dell'Avisio (Forno, Medil, San Pellegrino, Penia, Someda, Sorte). In particolare, Forno e Medil mantengono una loro certa autonomia anche dal punto di vista linguistico, visto che qui si parla non il classico ladino della Val di Fassa ma un dialetto trentino detto "fiammazzo".

Il nome "Moena" deriva probabilmente da un termine utilizzato per identificare un terreno fertile e ben irrigato, e qui, probabilmente, venne bonificato un lago in tempi passati; anche lo stemma cittadino raffigura un barcaiolo. La Val di Fassa era già abitata al tempo del Mesolitico, e durante le Età del Bronzo e del Ferro questa zona era dedita, come per gran parte dei secoli successivi, all'agricoltura e alla pastorizia.

Conquistata, insieme alle altre località abitate dalle popolazioni Retiche, da Roma, Moena (la medievale Moyena) nel quattordicesimo secolo venne aggregato alla Magnifica Comunità di Fiemme, tra i possedimenti del Principato Vescovile di Trento. Le invasioni napoleoniche alla fine del diciottesimo secolo portarono poi, nel 1809, alla rivolta popolare di Andreas Hofer, e tutto il territorio del vecchio Principato Vescovile entrò a far parte dell'Austria, insieme al Tirolo.

Dopo un secolo di dominazione austriaca scoppiò la prima guerra mondiale, che colpì duramente la Val di Fassa, con l'area ladina che sostanzialmente venne divisa in due, tra la parte italiana e quella austriaca; il 1918, in particolare, è ancora oggi ricordato come uno degli anni di più dura carestia che gli abitanti ricordini. Nel 1920 tutto il Trentino-Alto Adige venne annesso all'Italia, mentre dopo la seconda guerra mondiale la regione ebbe forti concessioni sul piano dell'autonomia, anche nella salvaguardia della sua identità ladina.

Come si vive

Dai suoi esordi agricoli, l'economia di Moena, così come quella di tutta la Val di Fassa, è passata quasi integralmente al turismo, che oggi costituisce di gran lunga la prima fonte di redito per il paese. Non manca però chi ancora pratica l'allevamento, tanto che il Puzzone di Moena è riconosciuto come uno dei formaggio più tipici e apprezzati di tutto il Nord-Est italiano.

Il turismo in Val di Fassa si può considerare nato insieme all'interesse geologico per le Dolomiti, quando gli straordinari "Monti pallidi" cominciarono ad attirare studiosi da tutta Europa; di lì a poco li seguirono gli alpinisti, che tracciarono le prime vie ferrate e resero queste montagne una meta popolare per gli amanti delle escursioni.

Moena iniziò ad essere frequentata anche da personalità illustri, come Re Alberto I del Belgio. Il resto arrivò grazie alla costruzione dei comprensori e degli impianti sciistici, che ancora oggi sono tra i migliori del Trentino.

Uno degli eventi assolutamente immancabili di Moena è la Marcialonga, la più importante competizione di sci di fondo italiana. Il tracciato attraversa la Val di Fassa e la Val di Fiemme e la gara si tiene l'ultima domenica di gennaio, con partenza dalla piana di Moena fino a Canazei, poi discesa a Molina di Fiemme e arrivo in piazza a Cavalese. Quando la neve scarseggia si organizzano delle competizioni accorciate. Ispirata alla leggendaria Vasaloppet svedese, la Marcialonga attira ogni anno migliaia di partecipanti, ed è stata anche inserita in Coppa del Mondo.

La gastronomia di Moena e della Val di Fassa è molto ricca di specialità particolari, con ingredienti a chilometro zero e di grande qualità, primi tra tutti lo speck e in particolare il Puzzone di Moena o Spetz Tsaorì, presidio Slow Food, formaggio DOP a crosta lavata, con pasta semicotta e semidura, di latte vaccino, dall'odore penetrante e caratteristico (anche in realtà meno acuto di altri formaggi).

Altri prodotti tipici sono il Nostrano di Fassa, più dolce e delicato, e poi i grandi classici della tradizione ladina, come la polenta, i taglieri di speck e altri affettati con il kren (la tipica crema di rafano emulsionata con aceto di mele), i canederli, i crauti, i cajonciè pieni di ricotta e spinaci, e tutti i dolci come lo strudel, le frittelle di mela e le fortaes.

A Moena sono anche molto attivi gli artigiani in particolare nella produzione di oggetti in legno e mobili, con decorazioni artistiche di ogni tipo, soprattutto sculture. Fra le curiosità, non si può non citare la presenza del rione cosiddetto Turchia di Moena: ha preso il suo nome, secondo la tradizione, dall'arrivo di un generale dell'Impero Ottomano sopravvissuto alla disfatta del suo esercito durante l'assedio di Vienna del 1529, soccorso dagli abitanti che poi vennero appunto chiamati "i Turchi". La "Festa in Turchia" è un altro dei grandi eventi del comune, quando con costumi e tradizioni tipicamente orientali si ricorda questo leggendario avvenimento (più probabilmente, il nome deriva dalla presenza nell'abitato di molti torchi).

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